Vivere il tempo
Sul big bang in realtà non si sa niente, a parte il fatto che fu di lunedì mattina. - Franco Arminio
In (quasi) cinquant’anni di vita non mi ero mai posto la seguente domanda: perché dividiamo il tempo in settimane? Su altre suddivisioni del tempo la questione mi è chiara: il ciclo di rivoluzione della Terra sul suo asse determina l’alternanza tra notte e dì, la rivoluzione della Terra intorno al Sole, l’anno solare. Tutto sommato, facile da capire (tranne che per terrapiattisti, complottisti e simili, poretti).
Ma perché le settimane?
Pare che tutto abbia avuto inizio con i babilonesi che suddivisero il loro mese lunare in 4 sotto-periodi di 7 giorni ciascuno. Da lì in poi è stato tutto un influenzarsi gli uni con gli altri: la settimana babilonese ha fatto da modello per la settimana ebraica che, successivamente, ha fatto a sua volta da modello per la settimana romana (che originariamente durava 8 giorni). Poi gli occidentali hanno, come da loro abitudine, spadroneggiato arrogantemente per il Mondo, imponendo usi&costumi. E il gioco è fatto.
In (super) sintesi: abbiamo la suddivisione in un ciclo di sette giorni perché nel 321 d.C l’imperatore Costantino impose la settimana a tutto l’Impero. E 1701 anni dopo, a (quasi) nessuno viene il dubbio se la cosa abbia ancora un senso o se siamo vittime di Abitudine e Consuetudine.
Quante volte ci troviamo a maledire il lunedì? È il giorno in cui, apparentemente, le fatiche ricominciano. In realtà, con il lunedì, l’unica cosa che si ripete è il rinnovarsi di una convenzione sociale slegata dai ritmi della Natura (nel suo senso più vasto). È interessante ragionare un po’ sugli effetti psicologici che tale convenzione genera in noi, ovvero quel plumbeo senso di eterna ripetizione con cui riprendiamo le nostre attività lavorative, manco fossimo degli sventurati Bill Murray intrappolati nel loro giorno della marmotta.
Ma come ci siamo detti il lunedì è solo una convenzione. E se è una convenzione, il lunedì, non dovrebbe essere vissuto come l’ennesimo lunedì. Dovremmo viverlo, semmai, per quello che è, ovvero un giorno unico ed irripetibile, tappa transitoria lungo il fluire del tempo che abbiamo a disposizione. La consapevolezza che lunedì sia solo un’etichetta malamente appiccicata ad un segmento di tempo inedito tutto da scoprire, ci può aiutare a vedere le cose da un punto di vista interessante: la vita è un susseguirsi di attimi che non si ripresentano mai uguali a sé stessi. Nostra, e solo nostra, è la responsabilità di viverli con pienezza.
Ben ritrovate e ben ritrovati, dunque, dopo questa pausa estiva. E buon lunedì. Qualunque cosa sia, o sarà, ‘sto benedetto lunedì.
Succedono cose in Via Pastrengo 15 (e dintorni)
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Miscellanea
Se volete approfondire la questione sulla divisione del tempo in settimane, ecco qui.
Giorno della marmotta: che cos’è? Per saperlo basta guardare Ricomincio da capo, film interpretato dal mitico Bill Murray. Ne esiste anche un remake in salsa italiana.
Franco Arminio, chi è costui? Intanto l’autore dell’aforisma di questa settimana. E poi, tra le altre cose, un poeta e uno scrittore.