McCarthy
Quello che mi ha spinto alla macchina da scrivere è stata solo la pura disperazione - Charles Bukowski
Cormac nasce a Providence U.S.A. il 20 luglio del 1933. A 32 anni pubblica il suo primo romanzo, Il guardiano del frutteto, che esce nel 1965. La critica lo nota subito ed esclama wow. Il pubblico sonnecchia.
Ma Cormac non dispera. Lui deve scrivere. E non molla. Nel 1968 pubblica il suo secondo romanzo, Il buio fuori. Critica e pubblico confermano le precedenti impressioni. Nel 1973 esce il terzo romanzo, Figlio di dio. Ormai la storia è sempre quella: i critici dicono che il ragazzo è davvero in gamba, il pubblico risponde, Cormac chi?. Nello stesso periodo però succede qualche cosa: alcune università iniziano ad invitare Cormac a tenere delle conferenze, peraltro ben pagate. Sarebbero soldi utili a Cormac visto che, assieme alla moglie, vive in uno stato di indigenza, mangiando fagioli e poco altro. Ma Cormac dice no.
Perché?
Cormac dice: “non posso spiegare come si crea un romanzo. È come il jazz. I musicisti creano mentre suonano e forse solo quelli che lo sanno fare possono capirlo”.
La moglie lo lascia e lui continua a vivere di stenti. All’uscita di Meridiano di sangue la critica si straccia le vesti, urla al capolavoro assoluto, lo colloca nell’Olimpo con Kerouac, Scott Fitzgerald, Steinbeck.
E il pubblico? Copie vendute di Meridiano di sangue: meno di cinquemila.
Cormac cede. E concede la sua prima intervista a Richard B. Woodward del New York Times. La mossa è furba. Cavalli selvaggi, del 1992, è un successo non solo di critica ma anche di pubblico. Finalmente.
Il resto è storia. Arrivano altri capolavori. E arriva il cinema, che dai romanzi di Cormac attinge a piene mani. Ma come era solito dire Kubrick, da un grande romanzo è difficile trarre un grande film (Lolita docet). E le trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi, tranne qualche rara eccezione, rimangono per lo più dimenticabili.
Cormac vive di riservatezza e genio per tutta la vita: tre interviste a tre grandi giornali e una sola apparizione televisiva, da Oprah, nel 2007.
Il 13 giugno del 2023 Cormac muore, proprio mentre era impegnato a lavorare al Santa Fe Institute. Lì, unico scrittore in un’équipe multidisciplinare formata da biologi, fisici, informatici e scienziati di varia natura e genere, indagava i misteri dell’Universo.
Ci lascia in eredità due ultimi romanzi scritti in parallelo, Il passeggero, appena pubblicato in Italia e Stella Maris, che uscirà da noi in settembre.
Cormac era così. Distante dai like, immune alla fregola di sparare opinioni, disinteressato al culto di sé stesso. Un uomo, un artista, che ha sempre affidato al suo pubblico la responsabilità di scoprirlo e comprenderlo.
Thanks, Cormac.
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Cristina Perillo sfrutta le sue disavventure familiari per scrivere Spunti di Vista, la newsletter sul counseling by AttivaMente. Ti siamo vicini, Cristina.
Cormac e il cinema, un rapporto complesso raccontato bene da The Hollywood Reporter.
Cormac e la stampa, un rapporto complesso raccontato bene dal Post.
Jacopo, qual è il libro che ami di più di Cormac?
La strada. Punto.
E il film che è tratto dal libro?
Lasciate perdere.
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